Nosy Komba
L’Isola dei Lemuri
E’ un grazioso promontorio di origine vulcanica ricoperto da una fitta foresta tropicale dove trovano il loro habitat naturale i Lemuri Macaco di cui è Riserva Naturale. È detta anche Nosy Ambariovato, che in lingua malgascia significa “isola circondata dalle rocce”, per via degli affioramenti di roccia vulcanica che le fanno da corona. Al villaggio dei pescatori è possibile acquistare vari manufatti di artigianato locale come le borse in rafia, le tovaglie di cotone ricamate a mano e vari oggetti in legno. L’Isola è famosa anche per la millenaria tradizione dei costruttori di piroghe.
L’isola degli akomba! L’isola dei lemuri.
Nosy Komba è una graziosa isoletta di origine vulcanica, dislocata tra la costa del Madagascar e Nosy Be. Riserva naturale del lemure Macaco, facilmente visibile nella folta vegetazione, è il luogo ideale dove fermarsi per un paio di giorni, ed è raggiungibile comodamente in traghetto tutti i giorni della settimana. Al suo interno, nel villaggio del pescatori, è possibile comprare tipici prodotti artigianali in legno, cappelli e altri manufatti. Lungo la costa sud-ovest di Komba, si trova Anjiabe, una della spiagge più belle.
Nosy Komba è un’isola vulcanica situata tra Nosy Be e la costa nord-occidentale della grande Terra. Ricoperta da una fitta foresta tropicale, ospita una fauna e una flora ricche e varie con paesaggi diversificati… spiagge magnifiche, foreste, una natura densa e selvaggia, fiumi, cascate, l’imponente presenza di granito e basalto. Grandi massi di magma si infiltrano nelle fessure di altre rocce. Questo importante passato vulcanico che la caratterizza, la identifica anche con il nome malgascio di “Nosy Ambariovato” “L’isola delle rocce.”
Famosi gli “Spaccatori di Pietra” di Ambariovato che discendono dalla montagna fino alla spiaggia trasportando il loro paziente e pesante operato. Martello e scalpello vengono utilizzati per fare tanti buchi allineati e quindi facilitare lo spaccamento della roccia attraverso grandi mazze. I massi più’ grossi vengono scaldati con il fuoco al fine di romperli più facilmente. Migliaia di blocchi di granito vengono esportati sulla Grande Terra e su Nosy Be ed adibiti alla costruzione. Data la vasta quantità e le diverse specie di alberi presenti sull’isola, Ambariovato è famosa anche per i suoi “maestri intagliatori” che lavorano il legno per la costruzione delle piroghe, un’arte spettacolare ed importantissima per la popolazione, dato che la piroga è il mezzo di spostamento e trasporto ancora più usato, è il mezzo con il quale ci si procura il cibo pescando ed è fortemente legato alla cultura locale più ancestrale. Si dice che non esista malgascio senza la sua piroga! Amtamotamo è il piccolo villaggio “icona” delle piroghe… tutte le piroghe più belle, funzionali e forti, capaci di attraversare l’oceano a vela, arrivano da li, dove i maestri, si tramandano segreti di costruzione attraverso patti di sangue con i discendenti della famiglia! In loco approfondiremo con piacere ogni aspetto del complesso e affascinante argomento “piroghe”!
La ricchezza dei fondali marini, conferma alla pesca un ruolo fondamentale per il commercio e la sussistenza e viene praticata in piroga sia intorno all’isola sia a largo nei fondali più profondi in cerca del pesce pelagico come carangidi, cernie e barracuda.
Curiosità: L’Arboretum di “Antanamonpera” ( la terra dei frati/preti )
Durante il periodo coloniale dei monaci cappuccini si stabilirono sull’isola costruendo un monastero e realizzando un Arboretum. I Monaci importarono numerose specie di alberi da tutto il mondo, Vietnam, Gabon, Australia, Philippine, Africa del Sud… e dopo la caduta della colonia ed i numerosi cicloni le specie che sono sopravvissute sono adesso “controllate e protette” da un ufficio di competenza, all’interno di una zona di riforestazione di circa 60hc.
Antagnianaomby, è la vetta dell’isola che culmina a 622 metri ed è un luogo proibito e sacro dove sono sepolti il Re e la Regina di un tempo, secondo le tradizioni locali è possibile salire per rendere omaggio alle anime dei sovrani solo il lunedi ed il sabato indossando esclusivamente abiti tradizionali ( Kisaly e Salovana ) che coprono il corpo.
Secondo le leggende del posto, la regina che riposa sulla vetta di Nosy Komba, arrivò sull’isola con una coppia di lemuri macaco che iniziarono a prolificarsi con estrema intensità confermando alla regina che l’isola aveva tutti gli attributi per stabilirsi. Da qui l’origine sacra dei lemuri macaco che vengono rispettati ed accolti nella vita quotidiana degli abitanti di Nosy Komba, isola dei lemuri, appunto. ( lemure in malgascio si dice infatti “Ankomba” )
I Lemuri Macaco
Tantissime le colonie di lemuri Macaco sull’isola, vivono e si spostano in gruppo in un ordine sociale gerarchico ben determinato nel quale la femmina è l’elemento dominate. Tanto sono abituati alla presenza umana, che sull’isola di Komba, i lemuri si possono osservare tranquillamente in ogni fase della giornata, è possibile interagire con loro, offrire loro delle banane o altri tipi di frutta, lasciarsi coccolare dalle loro morbide zampette nel momento in cui vi salteranno sulle spalle! Di notte, affascinante il riecheggiare dei loro richiami contro la parete della montagna! Famosi per le loro acrobazie e la loro agilità i maschi di questa specie si riconoscono dalla folta pelliccia completamente nera e le femmine dal loro soffice manto marrone/rossiccio con ciuffi di pelo bianco sulle guance. Si nutrono di frutti, germogli di piante, fiori, alcune bacche o radici.
Da fine agosto, dopo una gestazione di 4 mesi, le femmine danno alla luce i loro piccoli, ( uno o due massimo ) ed è uno spettacolo indicibile vederle saltare con i cuccioli aggrappati sotto la pancia, aggrovigliati alla madre con mani, piedi e coda in un abbraccio continuo ed indissolubile.
Si dice che, in base alle severe leggi della natura, un piccolo che cade dalle madre, e quindi molto probabilmente più debole degli altri, venga abbandonato, lasciato a se stesso. In questo caso, il piccolo lemure ha una sola possibilità, essere recuperato dall’uomo…. solo in questa estrema circostanza viene concessa al genere umano la possibilità di allevarlo e quindi di salvarlo da morte certa.